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Icona no 119
Formato : 37 x 18 cm.
Tavola in tiglio
Tempera. Aureola dorata con foglie d'oro.
Giustina, figlia di un sacerdote pagano, ascoltando le prediche del diacono Paralio, si convertì al cristianesimo. Il giovane pagano Aglaide, innamoratosi di Giustina, la chiese in sposa, ma ella rifiutò perché aveva scelto la verginità; Aglaide prima tentò di rapirla, poi ricorse ai sortilegi del noto mago Cipriano, iniziato ai misteri di Mitra e Demetra, capace di evocare milizie di demoni. Giustina, che trascorreva il suo tempo in preghiera e in digiuno, cacciava il demonio mandato per magia con un semplice soffio della sua bocca e con il segno della Croce. Il demonio confessò che il segno di croce era più potente di lui e Cipriano ne fu profondamente turbato: allora si fece il segno della croce anche lui e in questo modo si liberò dall’oppressione di Satana. Cipriano fu così accolto nella Chiesa e divenne in successione diacono, sacerdote e, infine, vescovo di Antiochia mentre Giustina divenne diaconessa di un convento.
Poi durante la persecuzione di Diocleziano, Cipriano fu arrestato insieme con la vergine Giustina dal prefetto Entolmio ed entrambi portati a Damasco, dove furono torturati: Cipriano venne scarnificato, mentre Giustina flagellata. Il giorno dopo ambedue furono immersi in una
caldaia di pece bollente, ma ne uscirono illesi. Poiché la loro fede non
venne mai meno, furono portati davanti a Diocleziano a Nicomedia, dove al suo comando vennero decapitati sulla riva del fiume Gallo.
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